La mia vita di donna in India: Dea di molte virtù, tranne della ricchezza
Nonostante risponda con fermezza alla richiesta della società di essere una ‘superdonna’, mia madre ha ricevuto di rado apprezzamento per i suoi sforzi.
India, Southern Asia
Story by Charu Thukral. Translated by Maria Grazia Calarco
Published on September 30, 2022.
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Sapete come si dà forma a un chiodo di ferro? Viene martellato e modellato quando il ferro è ancora caldo e può essere plasmato in qualsiasi forma e dimensione voglia il fabbro. È così che io, insieme a milioni di altri bambini, sono stata plasmata nelle idee sulla differenza di genere che stabiliscono la supremazia degli uomini sulle donne. Cambiare la forma di questo “chiodo” dopo anni è difficile, ma è possibile attraverso un martellamento persistente.
Le donne in India sono venerate in quanto dee di diverse virtù. Ad esempio, Lakshmi è la dea della ricchezza, Saraswati della conoscenza, Parvati della gentilezza, e Kali è considerata la distruttrice del male. Tuttavia, visitando qualsiasi casa indiana media [1], è evidente che ci si aspetta che una donna sia padrona di tutte le virtù, tranne della ricchezza. Sebbene questa tendenza stia cambiando, il cambiamento è lento e procede senza fretta. Solo il 26% delle donne indiane fa parte della forza lavoro e, sorprendentemente, il numero è in declino dal 2005 (36,5%) [2].
A prescindere dalla sua condizione lavorativa, ci si aspetta che la donna sia la principale responsabile delle faccende domestiche, come cucinare, pulire, occuparsi dei figli e di altri lavori simili, per cui non viene né ringraziata né retribuita.
Provengo da una famiglia moderna di classe media con pensieri conservatori riguardo a certi aspetti. L’idea che le donne non possano avere un lavoro retribuito non era uno di questi pensieri. Fin da bambina, ho visto mia madre aiutare mio padre nella nostra azienda. Nonostante avesse conseguito una laurea magistrale in lingua hindi e sanscrito, ha cominciato a studiare contabilità per aiutare mio padre. Mentre era alle prese con numeri e nuovi concetti, era anche sotto la pressione familiare di occuparsi delle faccende domestiche. In un certo periodo, faceva sia i suoi compiti a casa che i nostri, mentre gestiva le aspettative di una famiglia allargata.
Nonostante risponda con fermezza alla richiesta della società di essere una “superdonna”, mia madre ha ricevuto di rado apprezzamento per i suoi sforzi. Ancora oggi, nonostante si occupi dell’azienda e della gestione del personale da 20 anni, la sua opinione ha poco peso nelle questioni d’affari. Il suo genere definisce e domina ancora la sua vita, facendo sì che debba alzarsi durante il pranzo per servire a mio padre un bicchiere d’acqua, mentre lui si gode il pranzo a tavola. È importante capire, però, che non è perché mio padre è un maschilista, ma perché la società ha insegnato a entrambi i miei genitori quali sono i loro ruoli e le loro posizioni.
La situazione cambia tra le diverse classi di reddito? Assolutamente no. A mio parere, l’idea dei ruoli di genere è legata alla cultura, ed è quindi socialmente inevitabile. In un'altra vicenda, il mio cuoco (che è anche un mio amico) mi ha raccontato che sua sorella, andando contro le aspettative della famiglia, continua a lamentarsi del trattamento ingiusto che riceve da parte del marito. Questa donna è sposata da 8 anni ed è economicamente indipendente. Tuttavia, è alla mercè del marito per avere il “permesso” di spendere come vuole i soldi che ha guadagnato.
A volte, il marito ricorre persino ad abusi fisici per imporre la sua volontà. La nota positiva è che questa donna continua ad opporsi ed è sempre pronta a ribellarsi per difendere i suoi diritti. Questo è al momento il bisogno più urgente.
Mia madre mantiene ancora il rango che le era stato assegnato da bambina sulla base del suo genere. Ciò è dovuto principalmente al fatto che le è stato insegnato che è questo il suo ruolo in quanto moglie e/o madre. Ma le donne come la sorella del mio cuoco sono coloro che, alzando la voce contro i ruoli prestabiliti, stanno portando avanti il cambiamento. Credo fermamente che dare voce all’ingiustizia e alla disuguaglianza sia il primo passo verso il cambiamento. Questa storia è uno di tali tentativi.
Note a piè di pagina
[1] La situazione potrebbe essere diversa nelle diverse regioni dell’India. Sebbene la gran parte dell’India nordorientale e meridionale riconosca maggiore libertà e autonomia alle donne, la cultura sottostante e le aspettative tradizionali sulle donne rimangono inalterate.
[2] Per saperne di più: https://www.thehindu.com/business/female-labour-force-participation-in-india-fell-to-26-in-2018-report/article26467857.ece
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