La Ragazza con la Gonna
Voi vi potrete domandare com’é essere una donna e vivere in un Paese del tutto sprovvisto di sicurezza
Morocco, Northern Africa
Story by Hajar Lassiliya. Translated by Sati Nunziati
Published on April 18, 2020.
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Secondo il “Woman Stats Project”, il Marocco ha ottenuto il punteggio più basso nel 2019 e voi vi potrete domandare com’é essere una donna e vivere in un Paese del tutto sprovvisto di sicurezza.
Il mio nome è Hajar e sono una ragazza di venticinque anni che vive a Agadir in Marocco. La nostra è una società collettiva, dove prevalgono le vecchie tradizioni patriarcali e le credenze islamiche, dove le donne sono considerate inferiori rispetto agli uomini. Abbiamo una libertà decisamente limitata; uscire, avere esperienza della vita e scegliere il futuro della nostra vita sono cose che dipendono esclusivamente dagli uomini, sopratutto nelle aree rurali. Spetta al padre, al fratello e a volte anche ad altri parenti uomini determinare cosa una donna debba o non debba fare, come vivere le nostre vite. Solo negli ultimi due decenni vedere donne sedute accanto agli uomini nei caffè delle grandi città del Marocco è diventato socialmente accettabile.
Nel 2015 a Inezgane, una città conservatrice vicina alla mia città Agadir, due giovani ragazze sono state attaccate da una folla inferocita perché indossavano una gonna, abbigliamento considerato inappropriato. In centro città, però, è accettabile per una ragazza indossare un vestito corto. A volte una cosa semplice come una gonna è in grado mettere in pericolo la tua vita, e per essere al sicuro le donne tendono coprire il proprio corpo quando si trovano in determinate zone.
Probabilmente mi chiederete di essere quel cambiamento che io stessa voglio vedere nella mia società, ma sono troppo spaventata per farlo; se mi lanciano frecciatine per strada, abbasso la testa e mi allontano, e se voglio indossare una gonna lo faccio in zone turistiche assicurandomi di recarmici in macchina. Ho paura di camminare per strada da sola. Finché nessuno mi si avvicina sto bene. Le donne marocchine sono abituate a subire quotidianamente molestie ogni volta che escono in luoghi pubblici e siamo cresciute sentendoci fischiare dietro pensando che sia una cosa normale, ma non lo è affatto.
C’è una storia che non riesco a togliermi dalla testa, la storia di una ragazza che è stata violentata da due uomini sulla spiaggia di Rabat, la capitale del Marocco. Cose del genere sono solitamente nascoste per non portare vergogna alla famiglia, ma quella ragazza fu coraggiosa abbastanza non stare zitta. Volete sapere cosa le domandò la maggior parte delle persone: ’Che cosa indossavi?’ Come se fosse stata colpa sua, come se i vestiti che aveva potessero giustificare l’atto di violenza nei suoi confronti. Non è mai colpa degli uomini, ma delle donne, a prescindere.
In molti casi le donne che sono state violentate vengono cacciate di casa a causa della grande vergogna provocata alla famiglia (e l’aborto è illegale in Marocco), in altri casi scappano di loro spontanea volontà, trovandosi da sole, magari con un bambino, costrette alla prostituzione come unica soluzione per sopravvivere. Vite intere distrutte a causa delle azioni compiute da altri.
Penso che raggiungere l’uguaglianza con gli uomini sia una cosa troppo ambiziosa. L’unica cosa a cui aspiro è il rispetto.
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