Il risveglio peggiore della mia vita
Una fatidica mattina, Amelia si è svegliata con la notizia di una guerra scoppiata nel suo paese. Quello che è stato il risveglio peggiore della sua vita, purtroppo, non è ancora finito.
Ukraine, Eastern Europe
Story by Amelia. Translated by Anita Landolfo
Published on March 8, 2022.
This story is also available in
Listen to this story:
Il 24 febbraio 2022 mio marito mi ha svegliata pronunciando le seguenti parole: “La guerra è iniziata”. Abbiamo acceso il telegiornale e non l’abbiamo più spento. Qualche minuto dopo, abbiamo sentito le sirene che ci segnalavano possibili bombardamenti.
Era il primo giorno dell’invasione russa. I nemici hanno lanciato bombe su alcune città dell’Ucraina, il mio paese natio. La mia città si trova nella zona occidentale e, sebbene non abbia ancora subito attacchi, viviamo tutti nella paura che prima o poi non avrà più scampo. Dalle webcam, dalle foto, dai video, stiamo assistendo alla distruzione di tutto ciò che amiamo e all’assassinio di civili innocenti. Coloro che stanno fuggendo dalle città più a rischio raccontano storie agghiaccianti; alcune donne con i loro piccoli bambini hanno guidato per 20 ore sotto la costante minaccia di essere uccise da bombe sganciate da elicotteri e aerei militari. Tutto ciò è assurdo. Alcuni di noi sono ancora increduli, è come un incubo dal quale non riusciamo a svegliarci.
Se doveste chiederlo, vi direi che sono perennemente vestita e con accanto il mio zaino con tutto il necessario qualora suonasse una sirena d’allarme e dovessi correre per rifugiarmi in un bunker. Sì, correre, perché a casa mia non c’è un seminterrato e dovrei attraversare la strada correndo fino alla casa vicino alla mia. Attualmente, per la maggior parte delle persone i bunker sono l’unica speranza di sfuggire al pericolo. Alcuni miei conoscenti di altri paesi osano dire: “Non ti preoccupare, è solo politica” oppure “Non ti preoccupare, non toccano i civili”, ma io mi preoccupo eccome e queste frasi mi fanno solo imbestialire. Immaginate di sapere che un carro armato stia avanzando verso di voi e che qualcuno dica: “Non vi preoccupate, non vi farà del male”. Guardare quei bastardi uccidere civili, bombardare gli ospedali, violentare e uccidere le ragazze, tutto ciò mi logora dentro. Come possono le persone essere così crudeli?! Come può l’UE dire “Mai più” e non fare nulla per qualcosa già accaduto durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, che si sta ripresentando tutt’oggi? Nel cuore dell’Europa. Nel 21° secolo. Non me lo spiego. Non posso proprio.
Siamo già al nono giorno di guerra, ma sembra un unico giorno infinito. Finora ho vissuto ogni stato d’animo possibile: la negazione, la rabbia, la depressione e l’accettazione. Sto facendo di tutto per aiutarmi mentalmente a non avere la sindrome del sopravvissuto e ad aiutare fisicamente le persone con tutto ciò che è in mio potere. Sto facendo donazioni in denaro per l’esercito e per alcune persone che acquistano munizioni, farmaci o cibo per i nostri soldati e il necessario per i rifugiati. Io e mia madre (quando non è di servizio in ospedale) costruiamo reti mimetiche militari e mio marito ci aiuta a confezionare e trasferire aiuti umanitari. Sfortunatamente, al momento ha problemi di salute e questo è il massimo che può fare; se stesse bene, sono certa che combatterebbe per difendere la nostra patria. Oltre ciò, siamo in attesa di alcuni giornalisti stranieri che ospiteremo per qualche giorno e, se qualcuno avrà bisogno di aiuto e sarà in nostro potere aiutarlo, lo faremo senza pensarci due volte.
Ho pensato a lungo di scappare via, ma sono arrivata alla conclusione che questa è la mia terra, la mia casa e nessuno può venire qui dicendomi cosa fare. Nessuno me la può strappare via. Lo stemma ucraino è una sorta di tridente; quando ero piccola mia nonna mi ha insegnato a disegnarlo e mi ha spiegato che al suo interno è nascosta la parola “libertà”. È scritto nel nostro DNA ed è per questo che il nostro motto è “libertà o morte”.
A volte mi sento piccola e spaventata e vorrei soltanto nascondermi, ma d’altra parte sono infinitamente orgogliosa di essere ucraina e di aiutare il mio paese, in tutti i modi possibili, nella lotta per la libertà.
How does this story make you feel?
Follow-up
Do you have any questions after reading this story? Do you want to follow-up on what you've just read? Get in touch with our team to learn more! Send an email to [email protected].
Talk about this Story
Please enable cookies to view the comments powered by Disqus.
Subscribe to our Monthly Newsletter
Stay up to date with new stories on Correspondents of the World by subscribing to our monthly newsletter:
Other Stories in Italiano
Explore other Topics
Get involved
At Correspondents of the World, we want to contribute to a better understanding of one another in a world that seems to get smaller by the day - but somehow neglects to bring people closer together as well. We think that one of the most frequent reasons for misunderstanding and unnecessarily heated debates is that we don't really understand how each of us is affected differently by global issues.
Our aim is to change that with every personal story we share.
Community Worldwide
Correspondents of the World is not just this website, but also a great community of people from all over the world. While face-to-face meetings are difficult at the moment, our Facebook Community Group is THE place to be to meet other people invested in Correspondents of the World. We are currently running a series of online-tea talks to get to know each other better.