Addio al sogno americano: il mondo dal quale provengo e il mondo che chiamo casa
Quando si ha una famiglia multiculturale può essere difficile trovare un posto di cui sentirsi davvero parte.
The United States , Northern America
Story by Kiri Wihongi-Croxford. Translated by Anita Landolfo
Published on March 1, 2022.
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Quando si ha una famiglia multiculturale può essere difficile trovare un posto di cui sentirsi davvero parte. Il mio background è piuttosto eterogeneo; ho una doppia cittadinanza, ma ho scelto ugualmente di non vivere in nessuno dei due paesi. Mia madre è britannica e ha vissuto in 4 paesi del mondo, così come mio padre, un indigeno Maori (Nuova Zelanda) che ha vissuto in 3 paesi differenti. Dunque, non c’è da sorprendersi se dovessi seguire le loro orme e stabilirmi altrove, senza rimanere dove sono nata.
Pur avendo doppia cittadinanza americana e neozelandese, ho vissuto in Nuova Zelanda soltanto per un breve periodo quand’ero piccola e molto più a lungo negli Stati Uniti d’America. Secondo tanti americani non c’è posto migliore al mondo degli Stati Uniti in quanto sono un melting pot di culture e religioni, rappresentano il fulcro della tecnologia e delle innovazioni più rivoluzionarie. L’uguaglianza, la libertà, il denaro, il potere, la sicurezza e la stabilità sono solo alcuni dei motivi che spingono le persone a rimanere negli USA o a scegliere di immigrare lì per vivere il “sogno americano”.
Lì avrei potuto avere tutto, eppure qualcosa non andava e non riuscivo a trovare un equilibro con ciò che ritenevo giusto per me.
Quando mi si è presentata l’opportunità di lasciare gli Stati Uniti avevo già perso entrambi i miei genitori e ormai non c’era più nulla che potesse convincermi a restare. Se fossero stati ancora lì sarei rimasta per loro, ma non avevo più alcuna ancora a cui aggrapparmi... Così ho deciso di andar via per vivere una vita in un paese con un’istruzione che potessi permettermi e con un sistema sanitario accessibile a tutti. Una vita in cui avrei avuto una ricchezza personale più che materiale, dove avrei imparato una nuova lingua e avrei finalmente avuto un equilibrio tra vita e lavoro. In breve, ciò che mi ha spinta ad andar via è stata una visione complessiva, la speranza di vivere una vita migliore.
Sfortunatamente oggi sono tanti i paesi dilaniati da tensioni politiche e guerre; per questo, i loro abitanti non possono continuare a restare lì e devono cercare rifugio altrove, anche se hanno radici profonde quanto l’amore che nutrono per la propria terra.
Nel mio caso, voler lasciare il paese in cui sono nata non era dovuto ad una scelta di vita o morte. Sono fortunata ad aver potuto seguire le orme dei miei genitori, ho trovato quello che cercavo e tanto altro ancora. Ciò mi ha permesso di aprire gli occhi a nuove prospettive, diverse dalla precedente, in quanto fortemente modellata dal sogno americano. Indipendentemente dal motivo di questa mia nuova mentalità, posso ora affermare che il mondo dal quale provengo e quello che chiamo casa hanno entrambi contribuito a farmi comprendere quello che i miei genitori hanno fatto nella propria vita e perché io abbia scelto, allo stesso modo, di farlo anche nella mia.
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